L’impeccabilità del Nagual. Come mi allaccio le scarpe ogni mattina.

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Chi era Carlos Castaneda?

Carlos Castaneda è stato uno dei grandi pensatori del ventesimo secolo. Era nato in Perù nel 1925 ed emigrato in California negli anni ’50. Ha scritto 12 libri nei quali descrive il suo apprendistato presso uno sciamano Yaqui, Don Juan Matus, incontrato in una stazione per autobus in Arizona nel 1960.


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Cosa significa Nagual per Castaneda?

Carlos usa il termine “Nagual” per descrivere la configurazione energetica che gli sciamani del lignaggio di Don Juan possedevano. Nagual è il termine che Don Juan usa anche riferendosi ala percezione della “realtà non ordinaria“, che pur non essendo conosciuta se non tramite l’essere Nagual, non è meno reale della realtà ordinaria.

Il Nagual mira a riguadagnare la libertà perduta, e per fare questo accumula potere personale attraverso una vita di “impeccabilità“.

Essere impeccabili, usando termini di Castaneda, è il migliore “stato d’animo del guerriero“.

Ho incontrato gli insegnamenti di Castaneda nel 1990, per caso, quando alla ricerca di un metodo per studiare più velocemente avevo acquistato in edicola un corso a fascicoli di lettura veloce e memorizzazione.

Nella parte finale del corso, lessi una citazione tratta dal primo libro di Castaneda che fu per me una folgorazione. Andai a comprare subito il libro.

Una strada è soltanto una strada. Le strade sono tutte uguali: non portano da nessuna parte. Alcune attraversano la boscaglia e vi si addentrano. Posso dire di aver percorso strade molto lunghe nella mia vita, ma non sono mai arrivato da nessuna parte. Questa strada ha un cuore? Se ce l’ha, è la strada giusta; se non ce l’ha, è inutile. (Carlos Castaneda, “A scuola dallo Stregone”)

Da allora Castaneda è diventato il pilastro del mio percorso di crescita personale.

L’Impeccabilità secondo Castaneda

In questo post mi soffermo sul tema dell’impeccabilità, per poi affrontare, in successivi articoli, altri concetti chiave delle teorie castanediane: “essere inaccessibili“, “assumersi la responsabilità“, “la follia controllata“, “fermare il mondo“, “il controllo e l’abbandono” ed altri. Dell’insegnamento centrale del “dover credere” ho parlato nel primo post su Castaneda, quello della storia del Gatto Max.

L’unica libertà del Guerriero consiste nel comportarsi in modo impeccabile. L’Impeccabilità non è soltanto libertà; è anche l’unica via per raddrizzare la forma umana. (Carlos Castaneda, “Il Secondo Anello del Potere”)

Comprendere questo concetto fu per me una rivelazione. Iniziai a mettere la massima attenzione a ogni singolo gesto, a ogni singola azione.

Adesso, mentre sto scrivendo questo post, sono con tutto me stesso nell’atto di scrivere, non ho spazio per altri pensieri, per recriminare, per pensare ad altre cose.

Sto scrivendo questo post. Ogni parola è misurata, pensata.

Essere impeccabile per me ha significato dare la massima importanza a ogni cosa che faccio (o per usare un paradosso, non dare alcuna importanza ad alcuna cosa che faccio, che nel mondo castanediano è un atteggiamento equivalente).

Essere impeccabile significa essere sempre all’erta, mai annoiato. Significa essere presenti e non rimandare. Significa agire e non pensare all’azione, né pensare a ciò che si penserà quando avremo finito di agire.

La potenza dell’impeccabilità è pazzesca.

Quando sono in sessioni di coaching, il mio coachee rimane spesso sorpreso dal mio livello di attenzione. Per me ormai viene automatico: nella conversazione di coaching sono lì, nel momento, con tutto me stesso, in ascolto attivo.

Essere impeccabili significa non distrarsi, ma restare sempre focalizzati.

L’Impeccabilità comincia con un singolo atto che deve essere deliberato, preciso e mantenuto nel tempo. Ripetendo questo atto sufficientemente a lungo si acquista un Intento Inflessibile che può essere applicato a tutto il resto. A quel punto la strada è sgombra. Una cosa conduce a un’altra fino a che il Guerriero prende pienamente atto del proprio potenziale. (Carlos Castaneda, “Il Fuoco dal Profondo”)

Si inizia con un primo atto “deliberato, preciso e mantenuto”

Per diventare impeccabili, dice Castaneda, si deve iniziare con un primo atto. Io decisi, in quel 1990, che avrei dato priorità a completare i miei studi universitari (iniziati, con scarso successo, cinque anni prima), proprio nel momento in cui stavo meditando di abbandonarli dato che avevo già da due anni intrapreso la mia prima iniziativa imprenditoriale (un’agenzia di viaggi).

Studiare per me divenne un atto “deliberato, preciso e mantenuto nel tempo“. Non mi fermai più. Non mi preoccupavano gli esami da sostenere, né ero interessato dal voto o dal risultato. Mi interessava essere con tutto me stesso nell’atto di studiare una materia universitaria.

La mia “impeccabilità” mi ha fatto raggiungere risultati eccezionali

Decisi di farmi piacere ciò che pensavo non mi piacesse, per il mio modo di pensare da uomo comune, ad esempio materie come la Ragioneria (che peraltro faremmo meglio a non disprezzare), e anche questo fece parte del mio diventare “impeccabile”. La mia capacità di avere attenzione, di interessarmi a tutto e di non rimandare mai diventò straordinaria.

Il ritmo con cui sostenevo gli esami era stupefacente. I risultati sorprendenti.

Era una mia decisione. Ed erano una mia decisione tutti gli atti conseguenti e coerenti che costruirono il mio “Intento Inflessibile”.

Essere Impeccabile significa mettere in riga la tua vita per sostenere le tue decisioni, e poi fare molto di più del tuo meglio per mettere in atto quelle decisioni. Quando non decidi qualcosa, è come se ti giocassi la vita alla roulette, senza rifletterci un attimo. (Carlos Castaneda, “L’Arte di Sognare”)

Non mi fermai più. Al successo negli studi seguirono successi imprenditoriali e manageriali.

Ogni volta che ho un dubbio, un problema da risolvere, ogni volta che qualche cosa mi provoca incertezza… mi fermo, mi connetto con il mio intento inflessibile, prendo una decisione e agisco.

E nell’azione sono presente, con tutto me stesso.

Il risultato non è importante!

A volte le mie azioni hanno portato a risultati positivi, a volte no. Ma il risultato non mi interessa minimamente, per me ciò che conta è che ogni singolo passo vada verso una direzione, che ogni singolo passo sia stato impeccabile.

Questo atteggiamento, ripetuto nel tempo, è stato alla base del mio percorso verso la libertà.

Essere impeccabili è l’unico modo di essere liberi.

Ne “Il Secondo Anello del Potere” racconta un aneddoto molto interessante che spiega bene questo concetto.

Un giorno Carlos stava camminando con Don Juan in un sentiero sovrastato da alte pareti di roccia e si fermò per allacciarsi le scarpe. Proprio in quel momento, un grande masso si staccò a una ventina di passi più avanti e precipitò sul sentiero. Carlos si rallegrò che il Potere lo avesse fatto fermare per allacciarsi le scarpe, ma messa così sembrava essere una questione di fortuna o sfortuna, categorie che nel mondo degli uomini di conoscenza non esistono, ma solo nel mondo degli uomini comuni. Don Juan quindi colse il pretesto per impartigli una lezione.

Disse che la forza che governa i nostri destini è esterna a noi e non ha niente a che fare con la nostra volontà. Talvolta quella forza può farci fermare per allacciarci una scarpa, come aveva fatto Carlos, per l’appunto, poco prima che il macigno cadesse. Facendoci fermare, quella forza ci fa guadagnare un momento prezioso. Se Carlos avesse seguitato a camminare, il masso lo avrebbe sfracellato. Un altro giorno, però, in un altro burrone, quella stessa forza esterna potrebbe farci fermare un momento per allacciarci una scarpa, proprio mentre un altro masso si stacca dalla parete proprio sopra di noi. Facendoci fermare, quella stessa forza stavolta ci farebbe perdere un momento prezioso. Questa seconda volta, se avessimo seguitato a camminare, ci saremmo salvati. Don Juan disse a Carlos che

…data l’impossibilità di controllare le forze che decidono del mio destino, la mia unica possibile libertà, in quel burrone, consisteva nell’allacciarmi le scarpe impeccabilmente. (Carlos Castaneda, “Il Secondo Anello del Potere”)

Il potere del gesto impeccabile è tutto qui. Non è perfezionismo. E’ attenzione. E’ non sottovalutare mai niente (ma non dare mai troppa importanza allo stesso tempo).

Essere impeccabile significa che, seguendo la regola dei ritmi sinodici del calendario lunare, oggi sono al giorno 18 dei 84 previsti prima del lancio del blog, e ho già scritto moltissimi contenuti, essendo questo il diciottesimo, dedicando i primi novanta minuti di ogni giornata, per i primi tre mesi sinodici, al mio progetto. Impeccabilità è disciplina. Ed allo stesso tempo è lasciarsi andare. Controllo ed abbandono.

Essere impeccabile significa avere disciplina

Ogni giorno, i primi novanta minuti, con intento inflessibile castanediano, senza alcuna preoccupazione se il blog avrà successo o verrà totalmente ignorato o disprezzato.

Essere impeccabile significa non avere scuse

Io sono qui, sono le ore 7,28, tra poco andrò ad affrontare la mia giornata di lavoro, che sarà intensa.

Ma gli impegni lavorativi pur importanti non sono un buon pretesto per rimandare il mio progetto.

Bene, i miei novanta minuti di oggi sono arrivati al termine. Adesso 15 minuti di navigazione mentale Sailfulness. Poi doccia, poi mi preparerò per uscire.

Sino al momento magico, anche questa mattina, di allacciarmi le scarpe impeccabilmente.

6 COMMENTS

  1. Meraviglia! Questo post è quello di cui avevo bisogno in questo momento. Quando imbocchiamo una strada che ha un cuore tutto segue docilmente. Don Juan, Omraam Mikhaël Aïvanhov, Yogananda, sono i miei maestri. Quando inizia a studiarli, più di trent’anni fa, alcune lezioni sono state come semi piantati dentro la mia anima. Parole che non mi hanno abbandonato mai. I tempi in cui studiai Omraam Mikhaël Aïvanhov non avevo modo di incontrarlo ed oggi che ne ho bisogno ho trovato i suoi video. Ancora adesso si vede quanto fosse impeccabile e la sua voce ed i suoi gesti ,attraverso il video, mantengono un’energia incredibile. Di don Juan non posso vedere nulla ma nel momento in cui mi serviva capire meglio questo concetto (ritrovare i libri dopo tre traslochi è piuttosto complesso 🙂 ) ecco che arriva Lei a regalarmelo. Quindi lo spirito di don Juan è accanto al mio spirito. Ho spostato il mio punto d’unione, mi sto salvando la vita. Grazie!

  2. Grazie Vittorio,
    Sei riuscito a riassumere i momenti importanti della mia vita…. A 17 mio fratello mi pagò un corso di dinamica mentale base che poi però nel corso degli anni è rimasta in un cassetto…… Castaneda e tutto mondo dei toltechi che sono stati per me, ricercatrice compulsiva di verità, un punto fermo per tutta la mia vita….. Ora scoprendo, non per caso il tuo blog, ho messo insieme queste due cose che mi hanno permesso, con le tue meditazioni guidate, di dare un po di disciplina alla mia mente sempre immersa nel dialogo interno…. nonostante i fondamenti imparati da tutti i libri di Castaneda che sono la mia bussola nella vita…. Grazie infinite per ciò che fai…. Finirò il percorso delle tue meditazioni guidate e nel frattempo parlerò di te e del tuo metodo a tutti i miei amici…. Cinzia

    • Grazie a te Cinzia per le bellissime parole. Si, abbiamo avuto percorsi molto simili, e sono lieto che le strade si siano incrociate. Un abbraccio di Luce, Vittorio

  3. impeccabilità è riferita all’attenzione alla percezione del propio sentire……
    è attenzionare ogni dettaglio che ci circonda,non è riferita ai successi
    personali o a quanta disciplina hai osservato per arrivare allo scopo…
    Più propiamente penso che si riferisca al “vedere” e non al guardare….
    come dice don juan.
    leggo i commenti e vedo abbracci di luce,punti di unione che si spostano
    per un commento…..ma per favore…se vi sentono nagual tipo amezcua
    o esquivel si contorcono dalle risate!

    • Grazie per il messaggio. Ci sentiamo tutti più illuminati. E, certamente, gli sciamani si contorcono dalle risate, come faceva Don Genaro vedendo quanto imbranato e ingenuo era Castaneda nel suo percorso con Don Juan. Buona vita!

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