Effetto Maharishi

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Chi era Maharishi?

Maharishi Mahesh Yogi (1918-2008) è un guru indiano, ideatore della Meditazione Trascendentale.

Maharishi, laureato in fisica, fu molto popolare a partire dagli anni ’60 del secolo scorso, quando abbe come discepoli varie celebrità dell’epoca tra cui i leggendari Beatles.

Successivamente ideò un training specifico per l’arte della levitazione, che lui chiamava “Yogi Flying“, e intorno a lui, nella sua comunità di meditanti, molti si definirono “volatori yoga“.

Guru molto controverso e discusso, accusato di approccio “pseudoscientifico“, con il pallino degli affari e la passione per le Rolls Royce, Maharishi morì nel 2008, lasciando ai suoi discepoli queste ultime parole:

È stato un piacere, ai piedi di Guru Dev (Brahmananda Saraswati), prendere la luce di Guru Dev e passarla a coloro che mi hanno circondato. Oggi posso concludere il mio impegno preso con Guru Dev. Possa il mondo vivere in pace, felicità, prosperità e libero dalla sofferenza.

Maharishi Mahesh Yogi

Cos’è l’Effetto Maharishi?

L’effetto Maharishi si manifesta quando un certo numero di persone, che formano una massa critica, pratica insieme alcune specifiche meditative trascendentali orientando tutti contemporaneamente il pensiero in una certa direzione comune, e creando quello che fu definito un “Campo Unificato di Coscienza“.

In un particolare contesto geografico, è sufficiente coinvolgere l”1% di una popolazione, ovviamente dotato di un alto livello di consapevolezza, per creare il Campo Unificato e quindi diffondere pace, benessere, miglioramento sociale al restante 99% della popolazione.

Negli Stati Uniti, a partire dagli anni ’70, vi furono diversi studi che osservarono come nelle città dove un numero elevato di persone praticava la Meditazione Trascendentale vi fosse un tasso di criminalità più basso della media nazionale.

Il Campo Unificato di Coscienza

Come abbiamo detto, l’Effetto Maharishi crea un Campo Unificato di Coscienza, che sembrerebbe in grado di modificare la realtà.

Si entra qui in un campo minato.

I detrattori di Maharishi sostengono che siano affermazioni pseudoscientifiche, elaborate da un “para-guru” solamente interessato a far soldi ai danni di creduloni e sempliciotti.

I sostenitori di Maharishi portano centinaia di esempi, di casi concreti, di teorie ed esperimenti che confermano la presenza di Campi Unificati di Coscienza quando vi è coerenza, convergenza, risonanza di pensiero contemporanea di un certo numero di persone che formano una massa critica in grado di costituire una soglia d’innesco per la propagazione del fenomeno alla totalità della comunità di appartenenza.

E’ qualcosa di molto simile alle comunità di virus e batteri, che sono sempre presenti negli organismi viventi, e che se restano sotto la soglia d’innesco rimangono latenti, quando invece raggiungono la massa critica attivano la propagazione virale che come sappiamo diventa esponenziale

Non dimentichiamo che Maharishi era laureato in fisica, e che probabilmente nella sua teoria dell’Effetto Maharishi abbia attinto anche da queste conoscenze.

L’Effetto Maharishi dal punto di vista della fisica moderna

E’ noto, da Einstein in poi, che gli atomi sono costituiti da energia costantemente in vibrazione, e che la materia è costituita da elementi solidi, le particelle, e onde immateriali, cioè dei campi energetici di forza.

L’attività mentale rappresenta quindi il versante immateriale di particelle solide che formano un dispositivo biologico, il sistema nervoso umano.

In questa chiave di lettura, la consapevolezza può essere considerata come un fenomeno quantistico, una sorta di manifestazione di campo energetico che incontra e interagisce con altri campi energetici.

La relativamente recente scoperta, meravigliosamente italiana, dei neuroni specchio, ha dimostrato che determinati neuroni involontari dedicati a impulsi motori non si attivano solo per il compimento di un atto motorio del soggetto, ma anche per la semplice osservazione della medesima azione messa in atto da altro soggetto.

Possiamo quindi concludere che le interazioni psichiche tra esseri consapevoli avvengono quindi attraverso molte e diverse modalità, e probabilmente molte di queste modalità sono ad oggi ancora non approfondite scientificamente e, come è spesso accaduto nella storia della Fisica, anticipate da “intuizioni” delle diverse tradizioni spirituali che spesso sono giunte a conclusioni simili partendo da contesti geografici e antropologici molto distanti.

L’Effetto Maharishi e Pratica di Metta

Il pensiero è quindi lo strumento principale per influenzare il mondo che ci circonda, e concludo questa breve dissertazione con un’ultima riflessione tra le analogie dell’Effetto Maharishi e la Pratica di Metta Buddista (di cui trovi una meditazione guidata nella Lezione 13 del Corso di Dinamica Mentale Sailfulness).

Nella Pratica di Metta si rivolgono pensieri di gentilezza amorevole verso se stessi, verso le persone care, e verso tutti gli Esseri dell’Universo.

La Pratica di Metta è molto diffusa nelle comunità di meditanti buddisti (il “Sangha”), che si riuniscono nei “Gompa” (tempio buddista, sala di meditazione).

E’ evidente che se esiste l’Effetto Maharishi, la Pratica di Metta è una delle modalità più efficaci con cui innescarlo.

Alla fine della lettura di questo articolo, chiudi gli occhi, fai un respiro profondo, rilassa ogni parte del tuo corpo, e fai risuonare mentalmente questa frase:

Possa lo Spirito che muove ogni cosa portare gioia a ogni persona del pianeta, al livello più profondo della consapevolezza di ciascuno.

2 COMMENTS

  1. Caro Vittorio,
    argomento molto interessante.
    Personalmente posso testimoniare che in alcune circostanze l’energia prodotta da un gruppo di persone accomunate dallo stesso intento (elevato) diventi una realtà “palpabile”.
    Come quasi per magia, la nostra percezione della dualità (il senso di separazione dagli altri) svanisce e lascia il posto alla comunione col tutto ed alla fratellanza.
    Uno dei momenti in cui ho provato questa sensazione (piuttosto rara ed effimera) è stato appena terminata una capanna del sudore guerriera sulle Alpi Apuane.

    Un caro saluto
    Michele

    • Ciao Michele, nell’ultima sessione della capanna sudatoria di domenica scorsa, a tutti noi partecipanti è sembrato che accadesse proprio questo.
      Una delle migliori sessioni di sempre…

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