Gli strumenti di protezione dell’autostima.
In questo primo articolo di taglio “psicologico” iniziamo dalla descrizione di alcune illusioni cognitive e sociali che sono piuttosto comuni, ma non sempre ben conosciute e gestite in modo efficace. L’Effetto Spotlight e l’Illusione di Trasparenza, e le incomprensioni interpersonali che ne derivano.
Cosa è l’Effetto Spotlight
Negli studi di psicologia sociale è noto il fenomeno per cui le persone tendano a sovrastimare l’attenzione che gli altri hanno verso di loro.
E’ come se un raggio luminoso, o un “occhio di bue” teatrale ci tenesse sempre esposti alla visibilità altrui (da qui deriva l’uso della parola “spotlight” per descrivere l’effetto).
In pratica, le persone si sentono sistematicamente osservate. La tendenza è quella di attribuire eccessiva importanza a quegli elementi che consideriamo “distintivi“, che riteniamo che ci possano rendere “unici” e meritevoli dell’attenzione altrui.
Con questo meccanismo autoalimentante, finiamo con il convincerci sempre di più che gli altri prestino più attenzione a noi di quanto non facciano in realtà.
L’esperimento: “Ricorda come eri vestito”
L’abbigliamento è uno degli ambiti in cui questa illusione cognitiva si manifesta in modo molto diffuso.
Prova a chiedere a Giovanni come era vestito ieri, e poi chiedi ai colleghi di Giovanni se ricordano come era vestito ieri.
Probabilmente Giovanni ha indossato oggi una camicia di colore diverso da quella di ieri perché è convinto che gli altri si ricordino del colore e quindi pensino che non ha cambiato la camicia.
Ma gli altri, in stragrande maggioranza, per non dire tutti, non hanno prestato la minima attenzione a come era vestito.
Le implicazioni dell’Effetto Spotlight
Questa nostra convinzione di essere sempre al centro dell’attenzione è un fenomeno molto studiato in psicologia ed è alla base di varie strategie di marketing che le aziende mettono in pratica.
Dalla certezza che abbiamo di essere costantemente osservati derivano acquisti compulsivi di capi d’abbigliamento, oggetti e gadget. Negli ultimi anni si sono impennate le spese che le persone in media sostengono per cure estetiche e cosmetica.
L’esplosione del fenomeno dei social network ha inoltre amplificato l’effetto spotlight aumentando la nostra possibilità di esposizione verso un pubblico sempre più vasto. Siamo convinti che i “mi piace” dei nostri lettori siano la conferma di quanto siamo sotto i riflettori, mentre in realtà vari studi confermano che molte persone mettono moltisimi dei loro “mi piace” in modo distratto e quasi automatico, senza leggere, nella maggioranza dei casi, il testo del post sino in fondo.
L’Illusione di Trasparenza
Estendendo l’analisi dell’Effetto Spotlight ad una sfera più intima si nota la cosiddetta “Illusione di Trasparenza“, in base alla quale le persone tendono a sovrastimare quanto gli altri capiscono di ciò che la persona sta effettivamente provando o pensando in quel momento.
Noi crediamo che la nostra manifestazione di ansia, felicità o tristezza sia così chiara nella sua espressione che tutti la riconosceranno. Come se tutti fossero in grado di leggere il nostro pensiero. Ci sentiamo trasparenti nelle emozioni, vissuti, pensieri.
L’esperimento delle 5 bevande
Alcuni anni fa, durante una ricerca sperimentale, viene chiesto a un soggetto di assaggiare 5 bevande di cui una era disgustosa e di cercare di non manifestare alcuna reazione di tipo visibile di fronte ad alcuni osservatori.
Poi venne chiesto al soggetto di dire quante persone, secondo lui erano state in grado di individuare, dal suo comportamento, la bevanda disgustosa.
L’esperimento fu ripetuto in vari gruppi di osservazione e il risultato fu che i soggetti stimano la loro “trasparenza” in media il doppio della realtà. In altre parole, gli osservatori esterni sono molto meno abili nel capire la bevanda disgustosa di quanto invece le persone che hanno bevuto attribuiscano a loro in termini di abilità di decodifcazione dei loro segnali non verbali.
Le implicazioni dell’Illusione di Trasparenza
Uno dei classici esempi che vengono utilizzati dalla teoria psicologica per descrivere l’Illusione di Trasparenza è quello della cosiddetta “ansia da palcoscenico“. E’ normale, in questi casi, che le persone pensino che “tutti vedano quanto sono nervoso“.
La verità è che la nostra comunicazione non verbale non è, specialmente di fronte ad occhi non esperti, una sorta di schermo televisivo che proietta le emozioni che abbiamo dentro. E questo, come vedremo nel prossimo paragrafo, può portare a molti problemi relazionali.
Le incomprensioni interpersonali
Come abbiamo detto, le persone ritengono di essere sempre sotto i riflettori (Effetto Spotlight) ed essere per tutti una sorta di libro aperto (Illusione di Trasparenza).
Questo provoca spesso serie complicazioni nelle dinamiche di coppia, familiari e amicali.
Convinti come siamo che gli altri ci osservino e siano in grado di decodificare i segnali, nel momento in cui non lo fanno riteniamo che ciò sia dovuto a “disinteresse” nei nostri confronti.
La verità è che gli indizi che offriamo non sono per niente chiari, ma siccome non consideriamo questa possibilità, tendiamo ad amplificare lo stato psicologico negativo.
Da qui si innescano una serie di dinamiche, specialmente nelle coppie, che possono portare a preoccupanti involuzioni e complicazioni nella relazione.
A volte la persona, vedendo il partner particolarmente “ombroso”, capisca che qualcosa non va, ma chiedendo “Cosa hai” si sente rispondere “Nulla”.
A volte una persona si tiene dentro un problema serio, magari di salute, solo perché l’altro non è stato in grado di decodificarlo. Poi quando la situazione degenera la persona sbotta e dice “Io sto male e tu non ti sei accorto di nulla”. E l’altro non può che dire…. “Perché non me l’hai detto???“
I tre Consigli di Nagual per gestire l’Effetto Spotlight e l’Illusione di Trasparenza
1. Comunichiamo in modo più assertivo
Impariamo ad esprimere apertamente le nostre emozioni, i nostri pensieri. Parliamo. Possibilmente non tramite messaggi di whatsapp 🙂
2. Spegniamo il riflettore puntato su di noi
Proviamo a chiedere a un collega: “Com’ero vestito ieri?”. Questo ci aiuterà ad attribuirci meno importanza personale. e il sentirsi un po’ meno sotto osservazione ci farà sentire più liberi!
3. L’amore non è indovinare come stai…
… è chiederlo! Facciamo domande. Aiutiamo gli altri a esprimersi e superare la propria illusione di trasparenza.
Ciao
Ti ringrazio enormemente per questo articolo.
Finalmente ho capito quello che sia il mio principale fagotto sulla schiena!
Ultimamente mi sono molto sentita nel “Truman show” e stavo quasi per perderci la teste.
Adesso ho da lavorare…e sono da dove partire.
Grazie all’infinito
Grazie per il tuo messaggio, troppo gentile. Ci metto tutta la passione possibile…