Voglio trovare… un senso a questa vita. Anche se questa vita… un senso non ce l’ha…
No, quello lo diceva il cantante. La vita ha un senso. La vita, va bene.
Questo è l’ultimo pilastro di Moneyfulness. Abbiamo parlato di “Controllo delle Finanze Personali“, comprensione e gestione del “Tenore di Vita”, costruzione di “Rendite Passive” per liberare tempo.
Ma adesso ci domandiamo. la nostra consapevolezza finanziaria a che serve? Perché tutto questo stress? Perché imparare così tante cose? La risposta è semplice. La consapevolezza finanziaria – moneyfulness ci prepara a realizzare il nostro Progetto di Vita.
E qui viene il bello. Moltissime persone che conosco, la maggior parte di voi che mi scrive, non sa che fare della propria vita. E questo li rende peraltro interessanti.
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita. Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita. I quarantenni più interessanti che conosco, ancora non lo sanno.
Mary Schmich
Il Progetto di Vita non vuole “ingabbiarti” in un copione pre-determinato. Il marinaio sa dove andare però. E poi scopre, durante la navigazione, nei vari porti dove approda, cose sempre nuove ed entusiasmanti.
Costruire un progetto di vita e realizzarlo è una cosa che possiamo fare tutti, pur tenendo sempre presente che la vita ha sempre la possibilità di prenderci di sorpresa, “alle quattro di un pigro martedì pomeriggio”.
Sei pronto/a a partire? OK iniziamo con alcuni principi chiave.
Il primo principio è che la vera realizzazione non si ha quando si riesce finalmente a “possedere cose” che abbiamo sognato per anni.
Quell’automobile, quella casa al mare, quel gioiello, quel gadget tecnologico e così via.
Nota bene: Io non predico una vita ascetica o pauperistica. Mi piacciono molte cose, ma non sono le cose che rappresentano la mia felicità. E’ la vita che posso fare che mi rende felice, ed a volte ciò avviene grazie a cose che possiedo: non sarei coerente predicando downshifting radicale, cioè scalare marcia e ridurre al minimo tutto, e poi veleggiare per i mari con una barca di 14 metri).
Quindi: possedere cose come strumenti SI. Possedere cose come fine NO.
Il secondo principio è che il Progetto di Vita va focalizzato su ciò che vogliamo, non sulle aspettative che altri hanno di noi.
Molte persone, poco prima di morire, hanno confidato a Bronnie Ware, l’infermiera australiana che ha scritto il bestseller “Vorrei averlo fatto. I cinque rimpianti più grandi di chi è alla fine della vita”, che tra i più grandi rimpianti c’è molto spesso quello di non aver vissuto la propria vita, ma quella che altri hanno costruito per noi.
Nessuno, racconta Bronnie, al termine dei suoi giorni, rimpiange di non essersi comprato una Ferrari, o di non aver vissuto nel lusso più sfrenato. Rimpiangono invece di non aver trascorso più tempo con le persone importanti, o di non aver chiesto scusa a quella persona particolare. Ma mai rimpiangono ricchezza o carriera.
Ricchezza e carriera molto spesso non sono legate a ciò che noi veramente vogliamo, ma a ciò che dobbiamo avere per rispettare il copione sociale: “Nella tua posizione non puoi presentarti al lavoro vestito così”, “tu devi avere un’auto che ti rappresenti”. Il Tenore di Vita si innalza, entriamo nella “corsa del topo” senza volerlo, ma perché “dobbiamo” possedere cose per status e non perché lo desideriamo veramente.
Il terzo principio, conseguenza del secondo, è quindi che non devo limitarmi a “desiderare”, ma devo anche “considerare”.
Dal latino “de” e “sidus-éris”, la prima significa “interrogare, prendere dalle stelle”, la seconda – “con” e “sidus-éris” – significa “osservare, stare con le stelle”. Cosa significhi per me de-siderare e con-siderare l’ho descritto in dettaglio in questo post.
In sostanza dobbiamo iniziare a mappare i nostri de-sideri, e co-nsiderarli alla luce della nostra prospettiva esistenziale, cercando di isolare tutti i condizionamenti.
Cosa ci fa stare bene? Quali sono le gratificazioni più profonde del nostro essere? Ti dico già che non è per niente semplice comprenderlo. Per me è stato un percorso di anni. Ma adesso, con la prospettiva esperienziale che ho ottenuto per prove ed errori, posso fare in modo di accorciare i tuoi tempi, facendoti fare meno errori.
Nella sezione Sailfulness sto postando contenuti che vogliono toccare alcune corde sensibili e stimolare la nostra più profonda comprensione esistenziale.
Nei file audio Sailfulness che a breve pubblicherò, ti insegnerò ad entrare ai tuoi livelli mentali profondi, utilizzando tecniche di dinamica mentale e training autogeno con il paradigma della vela.
Potrai quindi, in meditazione e rilassamento profondo, prendere il timone della tua barca mentale e navigare, con una rotta precisa, nel meraviglioso mare della tua meravigliosa vita.
Adesso proviamo a tracciare alcuni elementi del Progetto di Vita, che poi perfezionerai ed affinerai con la meditazione.
Torno alla domanda chiave: cosa desideri veramente?
Igor Sibaldi ha diffuso la celebre Tecnica dei 101 Desideri, ripresa dal libro The Aladdin Factor di Jack Canfield e Mark V. Hansen, che offre alcuni spunti interessanti, espressi sostanzialmente in 10 regole:
Sommario
1- Devi dire “Io Voglio”
Non usare “vorrei”, “mi piacerebbe” o simili. Io voglio seguito dall’oggetto/situazione.
L’universo, dice Sibaldi, è molto attento a queste sfumature. Il verbi al condizionale gli lasciano qualche dubbio e, in barba a quanto dice Coelho, potrebbe dimenticarsi di “cospirare per farti realizzare il tuo desiderio”.
2- Mai usare la parola non o espressioni in doppia negazione
La comprensione di non e negazioni funziona a livello razionale.
La nostra mente inconscia, che utilizziamo molto nel metodo Sailfulness, non comprende invece i concetti al contrario. “Voglio essere sano” funziona, “non voglio stare male” non funziona.
3- Non desiderare denaro.
Non devi desiderare strumenti. Se desideri una barca a vela, desidera direttamente quella. Altrimenti finisci per inseguire il denaro fine a se stesso. Il denaro è un mezzo, non un fine.
4- Sii breve nell’esprimere desideri. Massimo 14 parole.
Scrivi “io voglio” seguito da non più di altre 12 parole.
Questo perché in 14 parole si sta dentro il tempo di un respiro. Nelle meditazioni Sailfulness capirai quanto questo è importante.
L’altra cosa è che se siamo verbosi nel descrivere qualcosa che desideriamo generalmente significa che non siamo sicuri e focalizzati.
“Io voglio navigare a vela!” Mi sembra molto chiaro e potente no?
5- Non desiderare in rapporto ad altri con paragoni
Non dire “Voglio essere bella come Tizia”, “voglio essere intelligente come Caio”. Ragiona sui tuoi desideri, non in rapporto o competizione con altri.
6- Non scrivere desideri in serie…
Se desideri assolutamente una borsa di Prada, poi al desiderio successivo non dire che vuoi anche una di Gucci, poi una di Dolce & Gabbana e così via. Chiedi quella che desideri maggiormente ed aspetta che si compia quel desiderio. Poi prosegui eventualmente con la successiva.
7- Chiedi per te stesso e non per gli altri
Non prenderlo per egoismo. E’ che non dobbiamo entrare nel copione degli altri ed interferire con il loro destino. Lo facciamo troppo spesso e facciamo molto casino.
Non chiedere quella “promozione per tuo figlio” che vuoi tanto. Magari fagli conoscere questa ed altre interessanti tecniche. Poi ci penserà da se a desiderare cosa vuole veramente lui.
8- Non chiedere l’amore di una persona in particolare.
Come sopra: non è bene interferire con le storie degli altri.
Dì invece “voglio una relazione di amore profondo, appagante, con una persona giusta”. Se metti un nome poi rischi che nel tempo ti arrivino sorprese indesiderate, che le cose non siano esattamente come sembravano all’inizio!
9- Non esprimere desideri generici
Espressioni come “voglio essere vincente” restano troppo vaghe. Focalizzati su cosa e dove vuoi essere vincente.
Sibaldi dice “solo desideri verificabili”.
10- Niente vezzeggiativi o diminutivi
Non chiedere cioè un bellissimo “vestitino” perché il rischio è …che te ne arrivi uno per la Barbie!
OK sei pronto ad iniziare a descrivere il tuo Progetto di Vita.
Inizia a scrivere su un quaderno di brutta i 10 desideri importanti. Poi aggiungine ancora. Non ossessionarti sullo scriverne 150 che poi riduci a 101, come dice Sibaldi nella Tecnica dei 101 desideri.
Ma comincia a scriverli.
Se hai bisogno di aiuto per capire se stai impostando nel modo giusto il tuo Progetto, scrivimi! Ti prometto che ti risponderò!
Riassumo il lavoro da fare in pochi passaggi chiave:
- Annota ambizioni, desideri, sogni in un tuo quaderno.
- Desidera qualsiasi cosa, evento, esperienza, che ti faccia essere una persona migliore, più appagata, felice, seguendo le 10 regole di cui sopra
- Ricorda che ciò che desideri non dovrà essere ottenuta danneggiando altre persone o la Natura
- Fai in modo che la sua realizzazione non dipenda da altri.
Mi soffermo su questo ultimo punto, che è fondamentale. Quando avrai chiari i tuoi desideri, quando il tuo Progetto di Vita prende forma, dovrai assumerti la responsabilità ed abbinare al progetto la tua volontà, l’intento inflessibile, l’impeccabilità (vedi il post sul nostro amico Carlos Castaneda).
Non desiderare che “il tuo capo ti promuova”. Desidera la promozione. Focalizzala. Immagina come ti sentirai nel nuovo ruolo.
L’Universo cospirerà perché tu ottenga ciò che vuoi, ma l’Universo ti chiederà di andare attivamente in quella direzione. E tu lo farai. Una vecchia barzelletta rende molto l’idea.
Un uomo durante una preghiera chiede a Dio: Signore, fammi vincere al Superenalotto”. Una voce profonda dal cielo risponde: “Io una mano te la do, ma tu almeno gioca la schedina!”
Quindi. Progetto di Vita. Inizia a tracciare la Rotta dei Desideri. Poi approda sulle pagine di Sailfulness e inizia la tua navigazione per la crescita personale.
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