La leadership vincente.
Alcune persone emanano un carisma che sembra innato, in azienda come in qualsiasi gruppo sociale. Sembrano cioè predestinati ad essere dei leader vincenti, Ma come vedremo in questo articolo, non è necessario essere nati leader. Si può certamente imparare a costruire un proprio stile di leadership efficace.
Che tu sia una persona estroversa o introversa, intuitiva o logica, guidata dal giudizio o dal sentimento, mettendo in pratica una tua precisa strategia puoi individuare e lavorare sui tuoi tratti di leadership e scoprire come fare carriera scalando la gerarchia delle organizzazioni.
Identifica il vantaggio competitivo
Cosa rende un leader diverso da un altro? Perchè un leader si distingue all’interno di un gruppo? Qual è il suo vantaggio competitivo che sta alla base della leadership?
Tipicamente i tratti di leadership che risultano distintivi seguono il modello VRIN, una classificazione che identifica le ragioni del successo non solo di un prodotto o di un’azienda, ma anche di un leader.
Valore
Il leader è sempre orientato alla creazione di valore e rilevanza e si focalizza sulle sue competenze che apportano valore. Il leader, quando affronta una questione, orienta tutte le soluzioni verso ciò che conta veramente.
Rarità
Il leader ha sviluppato alcune sue caratteristiche di personalità o fa leva su alcune esperienze vissute che non sono comuni a tutti.
Inimitabilità
Ciò che un leader apporta non solo è di valore e raro, ma è anche difficile da replicare. Lo stile di leadership vincente è il frutto di una combinazione di tratti che è unica, e che se viene “scimmiottata” sembra subito una “brutta copia”. Non basta indossare un maglioncino blu, al posto di giacca e cravatta per essere come Sergio Marchionne o Steve Jobs.
Non sostituibilità
Al momento in cui consolida una posizione gerarchica, un leader non appare “sostituibile” con un altro. Questo all’inizio, perché poi come vedremo nel prosieguo dell’articolo, una volta consolidata la posizione di leadership, il leader vincente lavora alla sua “sostituibilità” per continuare nella scalata gerarchica.
Nella definizione del tuo Piano Strategico di Leadership, prova a identificare questi elementi facendoti queste domande:
Rispetto alla posizione che intendi occupare, che tipo di valore puoi apportare? E se ritieni che il tuo apporto di valore non sia sufficiente, come puoi apprendere contenuti e abilità che lo rendano distintivo?
Quali esperienze hai vissuto e quali caratteristiche possiedi che possono avere rilevanza per il ruolo che vuoi conquistare e che sono rare da trovare?
Quanto è difficile per i competitor “imitare” quello che di raro e distintivo tu puoi apportare?
Quanto i tuoi elementi di “rarità” e “inimitabilità” possono convincere i decision maker che non tu non sei sostituibile?
Il vantaggio competitivo nella leadership: un esempio concreto
Per comprendere quanto sia importante questo punto del vantaggio competitivo, può essere utile raccontare il mio caso personale. In pochissimi anni (meno di cinque) sono passato dalla prima esperienza come dipendente di azienda al ruolo di Amministratore Delegato di una compagnia di assicurazioni.
[Se vuoi avere più informazioni su di me consulta la pagina “la mia storia“]
Quando ho scelto di cambiare vita, chiudere le mie esperienze imprenditoriali e diventare un manager aziendale, ho messo insieme un piano strategico dove per prima cosa ho individuato cosa non ero:
- Non ero il classico dipendente che ha percorso tutta la traiettoria in azienda, iniziando subito dopo la laurea/master e poi via via crescendo, sviluppando il network di relazioni, e salendo un passo alla volta, promozione dopo promozione
- Non avevo un curriculum dove c’è scritto che ho lavorato in McKinsey o in qualsiasi altra prestigiosa azienda o società di consulenza
- Non conoscevo minimamente le dinamiche della grande azienda, i processi, il funzionamento di una entità molto grande e molto complessa.
Se avessi cercato di competere su questi punti con gli altri candidati al ruolo avrei perso in partenza.
Vediamo invece quali erano le mie caratteristiche ed esperienze:
- Agente di assicurazioni e promotore finanziario. Per molti anni ero stato venditore. Avevo, per così dire, “bussato alle porte” e “suonato campanelli” per vendere polizze.
- Avevo esperienza nel mondo dell’information technology e avevo guidato per sette anni una startup (piccola software house)
- Avevo fatto teatro amatoriale, avendo superato da tempo gli antichi timori a parlare in pubblico. Avevo lavorato molto su me stesso per far emergere la parte più estroversa rispetto alla mia naturale introversione
- Ero molto appassionato di crescita personale, di meditazione, di dinamica mentale. Avevo sviluppato competenze come counselor professionista e stavo studiando per ottenere la certificazione anche come business e life coach
- Avevo mille passioni extra lavorative
- Avevo un solido sistema di valori etici
Di seguito ecco quindi il mio pacchetto di valore, rarità, inimitabilità e non sostituibilità, che mi ha fatto essere scelto per il mio primo ruolo manageriale.
Il colloquio / intervista per l’assunzione andò pressappoco così:
Sono uno che da agente e promotore ha visto i clienti, quelli veri, e conosce l’ultimo miglio della filiera assicurativa. Quanti nella direzione aziendale hanno fatto l’esperienza sul “campo”? Può essere di valore portare questo contributo di esperienza e conoscenza?
Sono uno che ha utilizzato i sistemi informatici, come agente, ma li ha anche progettati e gestiti come informatico. Sono quindi in grado di accorciare i tempi di comprensione di quali strumenti servono e di realizzazione degli stessi. Sono il google translate di due linguaggi: quello dell’utilizzatore e quello del programmatore.
Potete pensare che, non avendo mai guidato team di dimensioni importanti, non sia in grado di farlo. Ma se mi farete gestire un team di cento persone, potete essere certi che non avrò problemi di timidezza e non mi bloccherò al primo discorso in plenaria. Ho recitato e cantato in teatri da mille spettatori a sera.
Non ho esperienza di management. Ma imparerò velocemente grazie a varie tecniche di apprendimento, memorizzazione, lettura veloce, crescita personale che ho consolidato in anni di studio e pratica.
E ciò che posso fare subito è mettere a disposizione la mia esperienza come counsellor e coach, per scoprire il potenziale che i colleghi spesso non si rendono conto di avere e fargli raggiungere obiettivi che loro stessi non ritengono possibili. Posso, come primo obiettivo, lavorare per aumentare la motivazione del team e per creare un clima in azienda positivo e vincente.
Sono appassionato di vela, di botanica, di sciamanesimo e di molte altre cose ancora. Lavorare a tempo pieno e con totale impegno non mi impedisce di avere una vita piena di soddisfazioni ed esperienze. Credo che l’equilibrio tra vita privata e lavorativa, il cosiddetto “work-life balance“, sia un fattore chiave di successo.
Ho un solido sistema di valori. Ho tolleranza zero rispetto ai comportamenti non etici e in malafede, ma sono allo stesso tempo portato a non puntare il dito sugli eventuali errori in buona fede, preferendo incoraggiare le persone a prendersi rischi e uscire dalla zona di confort, per creare i presupposti di un team coeso, vincente, orientato al cambiamento e al successo e accomunato dallo stesso sistema di valori.
Risultato: fui assunto come “Chief Information Officer“, cioè capo dell’IT di una grande compagnia di assicurazioni, con responsabilità su un team di 100 persone.
MORALE: Non ho giocato la partita su quello che tutti credevano dover essere il profilo di un dirigente di alto livello. Ho presentato un pacchetto diverso, focalizzandomi sui punti dove potevo mostrare valore, rarità, inimitabilità e non sostituibilità.
- Le mie passioni
- Le mie esperienze
- Le mie competenze
- I miei valori
Acquisisci accountability
Un leader è sempre responsabile anzi, è “accountable“, che è qualcosa di più di “responsabile”. Ma cos’è l’accountability? Se cerchi su Google “accountability significato” o “accountability traduzione” cosa trovi? In realtà non c’è una parola italiana che la traduce esattamente. Sul sito dell’Enciclopedia Treccani leggo:
“Responsabilità incondizionata, formale o non, in capo a un soggetto o a un gruppo di soggetti (accountors), del risultatoconseguito da un’organizzazione (privata o pubblica), sulla base delle proprie capacità, abilità ed etica.”
L’accountability va oltre i propri compiti in senso stretto e abbraccia tutta l’organizzazione. Prosegue la Treccani:
“L’accento non è posto sulla responsabilità delle attività svolte per raggiungere un determinato risultato, ma sulla definizione specifica e trasparente dei risultati attesi che formano le aspettative, su cui la responsabilità stessa si basa e sarà valutata.”
Quindi, è molto importante includere una forte “accountability” nel proprio stile di leadership. Assumersi cioè responsabilità incondizionata: un leader, di fronte a un problema o a un risultato non soddisfacente, non dovrà mai dire “non è una mia responsabilità”.
Inventa cose nuove
Un leader è sempre alla ricerca di idee. E di fronte a un’idea nuova, esplora l’opportunità senza preconcetti, senza dire “non è possibile”, “non ce la possiamo fare”, “non è per noi”, “non abbiamo le competenze”, “è troppo tardi”.
Se vuoi esplorare questo tratto di leadership ed includerlo nel tuo stile di leadership personale, ricorda che:
Per avere nuove idee non bisogna affezionarsi troppo a quelle vecchie.
Devi accettare il fatto di non essere capito, anche per un lungo periodo. E soprattutto, non mollare di fronte alle prime critiche, scetticismo o perplessità altrui!
Ma allo stesso tempo non essere arrogante, non pretendere che gli altri salgano a bordo istantaneamente. Coltiva la tua piccola pianta senza impazienza, ma non farle mai mancare acqua e luce.
Pensa in grande e agisci in piccolo
Una delle ragioni principali per cui molte persone non fanno carriera è perché pensano in piccolo.
Devi credere, tu per primo, di poter diventare un grande leader. Se non lo credi e pensi invece che sei destinato a rimanere nel tuo stato attuale, puoi essere certo che la profezia si auto-avvererà.
Quando ho scelto di diventare un top manager, ho lasciato un’ottima situazione imprenditoriale perchè volevo diventare amministratore delegato di una compagnia di assicurazioni. Non stavo fuggendo dalla mia vita, stavo andando verso un’altra vita. Ho pensato in grande.
Ho immaginato cosa volevo diventare e subito dopo ho cominciato a comportarmi, passo dopo passo, come il leader che volevo diventare.
Ma qui sta l’aspetto più difficile.
Pensare in grande ci fa sognare grandi obiettivi e grandi ambizioni. Ma il processo per raggiungere quei grandi rislutati è molto meno affascinante. E’ fatto di gesti, compiti quotidiani, di una somma di piccole azioni per le quali l’unica cosa che conta è la continuità, la concentrazione, la volontà, l’impegno inflessibile.
Quindi quando dico “pensa in grande e agisci in piccolo” intendo proprio questo. Devi vedere ogni piccola cosa che fai come la tessera di un grande mosaico, come una piccola pietra che contribuisce a costruire di una grande cattedrale.
Agisci con impeccabilità anche quando la routine ti sembra noiosa e molto distante dal tuo grande sogno.
Sii curioso, studia continuamente
Ho da poco superato i cinquanta e continuo a studiare. Sto completando gli studi per una seconda laurea.
Tutti i grandi leader che ho conosciuto hanno in comune la curiosità per ogni cosa nuova o che non conoscono e non smettono mai di imparare.
Non si sentono mai soddisfatti delle proprie competenze e conoscenze, Cercano continuamente di migliorarsi.
Sii asimmetrico nei feedback
Quando devi congratularti per un comportamento o un risultato di un collaboratore o un collega, fallo in pubblico. Quando devi far notare qualcosa di negativo, fallo in privato, faccia a faccia.
Non parlare mai male di una persona non presente alla conversazione. Segui invece il principio asimmetrico del feedback: parla bene alla macchina del caffe di un collega non presente, se merita il tuo feedback positivo.
Tra le componenti cruciali dei più efficaci stili di leadership c’è proprio questo principio. Se parli bene di una persona non presente, le buone parole la raggiungeranno e si creerà una sintonia che porterà sempre più impegno e risultati. Se ne parli male, anche in questo caso probabilmente lo saprà, e si creeranno solo conflitti e incomprensioni.
Ricorda il nome di tutti i colleghi
I grandi leader chiamano per nome i colleghi. Non c’è niente che suoni meglio per una persona è sentire il proprio nome di battesimo scandito. E’ il riconoscimento più importante, soprattutto se a ricordare come ci chiamiamo è un leader.
Non attraversare i corridoi guardando lo smartphone, ignorando le persone come se fossero trasparenti. Non startene in silenzio in ascensore a guardare i numeri progressivi. Cogli l’occasione per una battuta, un sorriso.
E non far mancare mai il tuo saluto, pronunciando sempre il nome della persona che incontri.
Sii frugale
I leader vincenti di questa epoca non hanno bisogno di uffici singoli, scrivanie di legno pregiato, budget illimitati per ristoranti e spese di rappresentanza, o qualsiasi altro status per affermare la loro presunta superiorità.
Il loro carisma nasce invece dalla loro semplicità e umiltà. Sono cortesi, gentili, semplici. Si distinguono per il loro valore e per il loro esempio di frugalità, non per la poltrona girevole in pelle rispetto a quella in tessuto dei comuni mortali.
Mantieni e concedi il diritto a non essere d’accordo
Non acconsentire a una decisione che non condividi. Metti in discussione, con massimo rispetto, tutto ciò che non ti convince, anche se la cosa sembra scomoda o poco piacevole.
Allo stesso modo, offri sempre la possibilità di non essere d’accordo con te. Ricorda che molto spesso le persone assecondano, ma non condividono quello che dici. Accetta i punti di vista diversi.
E quando viene presa una decisione, lavora perché venga ottenuto il meglio anche se inizialmente non eri d’accordo.
Lavora molto per renderti inutile
Se vuoi essere promosso a un ruolo più importante, devi aver creato la tua successione. Altrimenti l’azienda ti terrà inchiodato a ciò che stai facendo.
Nel modello VRIN abbiamo detto che per essere prescelto non devi essere sostituibile. Adesso ti dico che per una successiva promozione, devi avere un sostituto per il tuo ruolo attuale.
E per creare una successione devi delegare, responsabilizzare, fare in modo che il tuo successore sia pronto a subentrarti in qualsiasi momento. Non temere di essere diventato ridondante. Le persone più utili sono quelle che si rendono inutili.
Non mi resta che augurarti il meglio per il tuo futuro come leader, e chiederti di condividere questo articolo su Facebook. Fallo adesso!