È possibile che false memorie possano essere introdotte nella mente delle persone? Come possiamo essere manipolati nella ricostruzione mentale di eventi accaduti?
Secondo alcune importanti teorie in ambito psicologico, il Linguaggio influenza fortemente la Memoria, ed in generale il Pensiero umano.
La corrente del Relativismo Linguistico, introdotta da Whorf, sostiene che i diversi popoli, connotando in modi linguistici diversi le stesse rappresentazioni mentali, ottengono diverse rappresentazioni del mondo.
Memoria e linguaggio interagiscono quindi in modo importante e nella rievocazione guidata di eventi in memoria, la scelta delle parole da utilizzare può fortemente condizionare il recupero in memoria e la rielaborazione di un evento.
Uno degli autori fondamentali nello studio della Memoria Umana è l’americana Elizabeth Loftus che, insieme ad un collega (John Palmer), effettuò un celebre esperimento negli anni ’70 che dimostrò come l’uso dei verbi può cambiare la percezione ed il racconto di un evento accaduto.
I due studiosi somministrarono un test a 45 soggetti, divisi in 5 gruppi di 9 ciascuno. A tutti quanti fecero vedere un video in cui due auto avevano un incidente.
Successivamente domandarono a che velocità le due auto andassero, utilizzando per ciascun gruppo un verbo diverso, di intensità crescente, da “contacted” (toccate) a “smashed” (schiantate).
Gli appartenenti al gruppo “contacted” in media risposero che la velocità era 31,8 miglia orarie.
I successivi gruppi risposero con velocità crescenti sino al gruppo “smashed” che in media valutava la velocità 40,8 miglia orarie.
Fu chiaro ai ricercatori che, semplicemente cambiando il verbo nella domanda, i soggetti cercavano nella loro memoria una velocità che giustificasse l’aspettativa che il verbo sottintendeva.
Questo storico esperimento, presente oggi in tutti i libri di Psicologia dei Processi Mnestici, ha aperto la strada ad una serie di studi successivi sulle cosiddette “False Memorie“.
E’ possibile impiantare nella mente delle persone il ricordo di qualcosa non realmente accaduto, o cambiare in modo sostanziale l’intensità ed il giudizio di un ricordo in memoria? La risposta è si.
La nostra memoria, sostiene Elizabeth Loftus, non assomiglia ad un registratore, piuttosto è simile a Wikipedia, dove il contenuto degli articoli può essere modificato ed integrato da altri, diversi da chi ha scritto inizialmente l’articolo.
Le implicazioni ovviamente sono notevoli, nell’ambito della pubblicità e delle vendite, della politica, della persuasione in generale.
E come sanno bene gli avvocati, nel processo penale il linguaggio utilizzato per porre domande ai testimoni influenza notevolmente le risposte che questi danno. Sono noti molti casi in cui l’evocazione di “false memorie” di qualcuno, che ha assecondato l’aspettativa di avere determinate risposte grazie ad un linguaggio specifico opportunamente utilizzato, ha portato all’ingiusta condanna di imputati innocenti.
In altre parole, la memoria di un evento (che come detto non è registrata fedelmente come avviene con un hard disk) viene assemblata e ricostruita al momento del recupero dell’informazione con l’aggiunta di ogni possibile contaminazione che può essere introdotta dal contesto, dalle altre persone, dallo stato d’animo, dalle emozioni. E lo strumento principe per contaminare una memoria è proprio il linguaggio utilizzato.
Tutto questo e molto altro in un bellissimo TedTalk di Elizabeth Loftus, “La Finzione della Memoria”, che ti invito a vedere adesso.
Vedi anche il mio articolo sulle Tecniche di Persuasione e tutti gli articoli del Blog Nagual della categoria Psicologia.
Ciao Vittorio, credo che questa teoria, come tante altre, non dipinga la totalità del quadro che è quello che ricordiamo. Sai benissimo che la memoria è condizionata da tanti altri fattori quali stati d’animo ed emotivi, memorie legate ad altre memorie passate e tanto altro. La suddivisione delle tre diverse memorie, ricordare, rammentare e rimembrare, aiuta spesso a capire come agiamo quando incaselliamo un evento nella memoria.
Ciao Mauro; si ovviamente ogni teoria si occupa di un aspetto parziale, isolato dal quadro più ampio,
Sono d’accordo che le emozioni in particolare giocano un ruolo importante sia nell’acquisizione / codifica della traccia di memoria, sia al momento del recupero / rielaborazione,