Simone Perotti, maestro di downshifting

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Il “mollo tutto” di Simone Perotti.

Il mio (unico) incontro con Simone Perotti avvenne a fine 2009. Aveva da poco pubblicato “Adesso Basta. Lasciare il lavoro e cambiare vita”, un long-seller che al momento di scrivere questo post è arrivato (credo) alla diciottesima edizione. Simone Perotti Adesso Basta è diventato un mantra.

Quella sera del 2009 stava presentando il suo libro in una libreria di Sarzana. Ero fortemente interessato alla sua storia. Era un manager, come me all’epoca, che aveva da sempre la passione della scrittura, come me, e della navigazione a vela, come me. Inutile dire che il processo di immedesimazione fu immediato.

Nel libro racconta come un giorno del 2008, a 43 anni, arrivò alla decisione di “mollare tutto”. Non voleva più essere intrappolato in un meccanismo logorante, attendendo una sospirata pensione a una età in cui i sogni non sono più realizzabili.
C’è un aforisma di Farrah Gray che ben inquadra la sua scelta di cambiare vita:

Se non costruisci i tuoi sogni, qualcuno ti assumerà per costruire i suoi

Aveva studiato il suo progetto di vita per anni. Nei dettagli. Aveva fatto e rifatto mille volte i conti (senza avere una metodologia adatta, come quella che trovi nel Metodo Nagual per l’Indipendenza Finanziaria). Poi prese la sua decisione.

I dieci anni di libertà di Simone Perotti

Nel 2018 ha “festeggiato” il decennale della sua “libertà”, raccontato in questo post del suo blog.

In questi 10 anni Simone ha “ristrutturato un fienile antico”, ha “scritto e pubblicato nove libri tra saggi e romanzi”, ha “scritto e condotto un programma televisivo”, ha fondato il “Progetto Mediterranea”, ha “fatto interviste, navigato”, ha “realizzato una cinquantina di sculture” e le ha “vendute quasi tutte”. Ha viaggiato per “oltre 18.000 miglia nel Mediterraneo”, “nei mari tropicali, in Atlantico, dovunque”. Ha “perduto tempo”. Per vivere ha “riparato, autocostruito, autoprodotto”. Ha fatto “la guida turistica, gli aperitivi in un bar”, ha “trasferito barche, fatto lo skipper, lavato barche”, le ha “aggiustate”, ma tante tante cose le ha fatte “gratis, finalmente”.

Trovi altri interessanti contenuti di Simone Perotti cercandolo sui motori di ricerca come Simone Perotti blog o Simone Perotti Facebook.

Soprattutto, dice Simone, “non sono morto di fame”.

Una storia che ha spaccato le opinioni

Ovviamente la storia che Simone Perotti ha raccontato nel libro citato ha “spaccato” le opinioni. A una estremità ci sono quelli che lo hanno preso ad esempio vivente del coraggio di cambiare, hanno visto il valore dei consigli di una persona che ha prima sperimentato su di sé quello che poi ha raccontato agli altri, hanno provato a trovare la propria strada di cambiamento avendone l’ispirazione principale proprio da Simone.

All’estremità opposta ci sono le critiche più feroci. C’è chi lo accusa di essere “radical chic”, chi sostiene che “Adesso basta” è una filosofia per “ricchi” che hanno la barca ed i soldi per permettersi di smettere di lavorare, o per single come lui che non hanno figli da sfamare, c’è chi dice che il suo libro è un’accozzaglia di citazioni noiose ed ovvie e così via.

I principi alla base delle scelte di Simone Perotti

Il principio base di Simone è che viviamo una vita alienata, seguendo un copione sociale scritto da qualcun altro per noi. Quando il capo chiama ci mettiamo sull’attenti e battiamo i tacchi. Inseguiamo senza sosta e senza un vero perché alcune ambizioni ben lontane dai nostri veri sogni. Ci indebitiamo, spendendo soldi che non abbiamo, per comprare cose che non ci servono, per impressionare persone che non ci amano.
L’alternativa è “Un’altra vita”, citando il titolo del programma per la TV scritto e condotto da Simone Perotti.

Downshifting radicale

Come Simone ha messo in pratica il Cambiamento? Il suo modello fondante è quello del Downshifting radicale.
Cosa è il downshifting? La traduzione è “scalare la marcia”. In altre parole rallentare.

Il concetto chiave del downshifting di Simone Perotti è che per liberarsi dalla necessità di guadagnare dobbiamo liberarci dalla necessità di spendere.

Facile a dirsi, un po’ meno a farsi. Simone ha cominciato a tagliare tutto, arrivando a

…vivere con 800 euro al mese o anche meno

Insomma si può davvero vivere con poco e questo gli ha consentito quindi di fare un vero e proprio “downshifting”.

Ma come si può vivere con pochi soldi? Smettendo di comprare cose inutili.

In questo modo Simone ha potuto smettere di fare un lavoro che assorbiva la maggior parte del suo tempo e che non aveva niente a che fare con i suoi sogni.

Simone non aveva di che vivere di rendita, e non sapendo come vivere senza soldi di fatto non ha smesso di lavorare. Ha fatto diventare la professione di scrittore come la sua principale, e ha fatto anche tanti lavori occasionali, con l’unico scopo di racimolare solo quello che bastava per il suo stile di vita frugale.

E ha liberato “Tempo” in quantità, la vera risorsa scarsa, da dedicare a ciò che per lui conta davvero.

“Liberi da” o “liberi di”?

Ci sono alcuni concetti della teoria perottiana di cambiamento che mi hanno particolarmente affascinato.

Il primo è il concetto di “liberi da” associato al concetto di “liberi di”.

La maggior parte delle persone vive uno stato di frustrazione per il lavoro che non piace, per le disponibilità economiche che non ha, per il capo che non sopporta. Queste persone vorrebbero essere “libere da”, vorrebbero far scomparire tutto questo. Se gli domandi: “OK supponiamo che hai raggiunto il momento in cui sei libero da queste costrizioni. Cosa saresti libero di fare?” In pochi sanno rispondere.

Queste persone ti rispondono tipicamente: “Tu fammi vincere alla lotteria”, così possono “mandare affanculo il capo, ci pensi che giornata, entro nel suo ufficio e lo mando affanculo, poi mando affanculo anche alcuni colleghi, e sono libero, ho i soldi per vivere come voglio”.

Provate ad insistere con le domande: “Si ma cosa farai in pratica quando sarai libero dal lavoro?” Qui le risposte diventano generiche. Di solito tutti “vogliono viaggiare”. Oppure “qualcosa mi invento di sicuro”.

Non c’è da stupirsi se accade molto spesso che i milionari delle vincite alla lotteria si rovinano o entrano in depressione profonda. Non c’è da stupirsi che persone che hanno passato la vita intrappolate nella gabbia del criceto, quando sono libere vogliono poi tornare in gabbia.

Pensionati che hanno sospirato a lungo il momento della pensione e poi finiscono a passare le giornate al parco a cercare qualcuno che si sieda sulla stessa panchina per scambiare due parole sulle previsioni del tempo, “che tempo farà domani, eh chi lo sa, le previsioni non ci azzeccano mai, eh si, sono inattendibili, eh si, è proprio vero, non ci sono più le mezze stagioni…”

E’ la mancanza della progettualità il problema principale. Ed è proprio qui che sta la grandezza di Simone Perotti.

Spendiamo troppo tempo (e soprattutto troppe energie psichiche) per lamentarci della vita che non ci piace, e troppo poco tempo per progettare la vita che ci piace.

Immaginiamo il nostro cambiamento come una “fuga da”, invece che un “andare verso”.

Riconquista il tuo tempo, così potrai “perderlo”…

Un altro straordinario concetto di Simone Perotti che mi ha fatto riflettere è che la riconquista del nostro tempo ci consente di “perderlo”.

Il “perdere tempo” lo definisce come “una sensazione inebriante”. In un mondo, il nostro, scandito da orari, impegni, scadenze, in cui mettiamo tutto in parallelo per poter fare più cose insieme, dall’ascoltare la musica mentre corriamo su un tapis roulant, al guardare il telegiornale mentre siamo a tavola, Simone decide, quando vuole, semplicemente di “perdere tempo”.

Come vivere sereni allora? Perdendo tempo.

Ma attenzione: anche l’uomo comune “perde tempo” in due modi: facendo cose che non ama, che non fanno parte dei suoi sogni, oppure avendo troppe cose da fare e rimanendo bloccato… non riuscendo ad iniziarne neppure una e procrastinando sistematicamente, ovvero vivendo una vita differita.

La prima tipologia porta alla frustrazione dello “sto perdendo tempo vivendo la vita che qualcun altro ha deciso per me”, nel secondo caso si la la frustrazione ed il senso di colpa del “con tutte le cose che devo fare … sono fermo e le cose si accumulano”.

Il “posso perdere tempo” di Simone apre ad un’altra dimensione, quella di chi, vivendo la propria vita, senza i ritmi imposti da altri, essendo la persona che vuole essere, sa che può includere anche il vuoto nella sua giornata, l’inazione, senza sentirsi perduto e senza sensi di colpa.

Simone Perotti è prima di tutto un eccellente scrittore

Per me Simone è un Maestro. Leggo da anni ogni singolo post del suo blog ed ho letto tutti i suoi saggi e romanzi. Una delle sue opere che mi piace di più è Rais, un grande romanzo letterario. Mi piace il suo modo di scrivere, di raccontare storie, l’uso di aggettivi, le metafore. La sua scrittura ti prende, e ti porta per mare, nel suo (nostro) Mediterraneo.

Simone Perotti
Simone Perotti è un eccellente scrittore

Il mio percorso ha alcune somiglianze con il suo (su tutte la navigazione a vela), ed alcune differenze.

Simone Perotti manifesta una certa ostilità al denaro, estremizzando, per così dire, la battaglia contro il consumismo, contro quello che chiama il “Sistema”.

Io da molti anni, partendo da sotto zero, ho costruito un progetto per il mio benessere che vuole certamente dimensionare in modo corretto il Tenore di Vita, ma senza radicalizzare il risparmio. Molti miei sogni sono gratuiti, altri non tanto, ed io continuo a sognare, a progettare, a realizzare.

Non tutto ha funzionato o funzionerà. Ma io non smetto di sognare.

Perché i sogni sono belli, anche quando non si realizzano.

17 COMMENTS

  1. E’ un ex manager milanese ben pagato, con barca a vela, e casa di proprietà costata 150.000€, (non sono cifre inventate, ci sono i post sul suo blog dove ha detto: 50.000€ per comprarla e 100.000€ per ristrutturarla). Spesso dice che l’ha ristrutturata lui, ma chiunque abbia costruito casa sa che gli impianti devono essere certificati a fronte dell’abitabilità, per cui ha certamente pagato dei professionisti. Ha un SUV che ripete di aver pagato poco su eBay, ma la questione non è il prezzo, è il fatto che per mantenerlo si pagano assicurazione e bollo molto cari, oltre ad essere una delle automobili più inquinanti che ci siano, alla faccia del rispetto per la natura. E’ inutile fare una vita frugale nel rispetto dell’ambiente e poi guidare un SUV.

    Nel suo libro più famoso mostra come risparmiare per licenziarsi avendo stipendi di 4000 o 5000 euro al mese. In Italia le famiglie vivono con stipendi da 1400 euro, perchè non sono tutti manager. Dice di vivere con 850 euro al mese (in molti articoli di giornale viene riportata questa cifra). Se hai una casa di proprietà acquistata senza mutuo e, da solo (non ha famiglia), spendi 850 euro per vivere, dove te li spendi questi soldi? Una famiglia media di 4 persone, in italia (dati ISTAT), vive con 2400 euro al mese, dividi per 4 e fa 600 a testa. Cioè vive spendendo più delle persone normali… e 850€ al mese dovrebbe essere una cifra straordinaria, da ammirare? Sarebbe decrescita questa? Va poi aggiunto che ha più volte detto che ha anche messo da parte una sommetta per la pensione che non avrà, visto che ha lavorato solo 17 anni. Ma quanti hanno 150.000 euro + un tesoretto per la pensione? Solo un ex manager ha questa possibilità.

    Probabilmente i soldi se li spende nelle sigarette che fuma. Si, avete capito bene, non basta avere il SUV (guardare le foto di Alberto Bevilacqua per vedere il suv nero, che comunque trovate parcheggiato di fronte a casa), avere un Mac (computer molto costoso, ripreso in più di una foto), ma fuma pure. Le sigarette sono il simbolo della stupidità umana, del conformismo, dei vizi e di quello stesso sistema che dice di combattere. E’ una contraddizioni in termini parlare di decrescita e cambiamento e poi fumare. Qualcuno si è anche chiesto come mai, quando si passa davanti a casa sua, fuori ci sia un bel cartello con scritto “area videosorvegliata” e una telecamera che punta sul giardino. Sul retro è evidente anche un moderno antifurto… ma se vivi con pochi soldi, al minimo, riscaldandoti con la legna da ardere, cosa hai da proteggere?

    Penso sia importante precisare certe cose, sostenute dai fatti e da parole che lui stesso ha detto, giusto per avere un quadro più limpido della questione.

    • Buongiorno Giovanna, raccolgo il tuo lungo commento che rappresenta un’opinione più che rispettabile. Nel mio articolo sul blog io affermo che “non predico il pauperismo” e adesso, se hai pazienza di leggermi, ti spiego perché, raccontandoti un po’ la mia storia.

      Sono anch’io un manager (non milanese, ma lavoro a milano dal lunedi al venerdì) e probabilmente sono molto più pagato di quanto lo fosse Perotti allora (sono amministratore delegato di una grande azienda del settore finanziario). Ho case di proprietà, barca a vela ecc. ecc.
      Ciò premesso farei fatica a dire un giorno al mondo: “Sapete che c’è? Mollo il lavoro e fate come me.”

      Ho costruito il mio benessere con anni e anni di lavoro, da cameriere, dipendente, imprenditore e manager.
      Sono stato forse fortunato, sicuramente più fortunato di altri, ma per ragioni familiari ho dovuto iniziare a lavorare a 14 anni come cameriere e mi sono laureato in economia un po’ tardi, a 28 anni, senza frequentare un giorno di università (lavoravo infatti a tempo pieno di giorno e studiavo la sera tardi e la mattina presto).

      Per raggiungere gli obiettivi che mi ero prefissato ho studiato tecniche di memorizzazione, lettura veloce, apprendimento e tecnica dopo tecnica mi sono appassionato alla crescita personale e professionale, che poi è diventata anche sociale e spirituale. La crescita personale mi ha fato accelerare una carriera inaspettata, molto superiore a quello che io stesso mi aspettavo o ritenevo possibile.
      E ho incontrato molti Maestri nel mio cammino, persone speciali che mi hanno insegnato ciascuno qualcosa di importante che oggi cerco di rimettere a disposizione di altri.

      Questa la mia storia. Cosa mi fa apprezzare molto Simone Perotti e considerarlo un mio Maestro? Intanto che lui a poco più di 40 anni si è fermato. Io superati i 50 ancora no. Non è banale questo passaggio: io sono molto attratto, come lui, da una vita di navigazione a vela, di scrittura, di riprendermi tutto il mio Tempo (come ha fatto lui). Ma ho ancora delle resistenze a farlo, che non so spiegarmi del tutto e non so gestire. Lui “ce l’ha fatta”, io no. E farcela non significa solo avere i soldi per farlo, o ridurre le spese e vivere con poco o tanto al mese.
      Significa abbandonare lo status da top manager, i benefit, il prestigio, quella sensazione strana quando ti salutano dicendoti “Buongiorno Direttore”, cosa che razionalmente non faccio fatica a considerare una sciocchezza, ma inconsciamente mi gratifica e mi crea resistenza all’abbandono definitivo di questa vita “dentro” il Sistema.

      Poi altra cosa per cui apprezzo Perotti: scrive in modo mirabile, e adoro il modo con cui argomenta, rappresenta immagini, atmosfere, emozioni. Ho letto tutto di lui, e non mi perdo neppure i post sul suo blog e neppure quelli su Facebook.

      Quindi rispetto le opinioni come la tua e non faccio fatica a dire che il giorno che abbandonerò il “Sistema” e mi metterò seriamente a navigare (e non solo nei weekend o d’agosto) non vorrò essere un modello di riferimento in questo per chi non se lo può permettere.
      Però resto dell’idea che Perotti per me è un Maestro di vita.

      La tua opinione, ripeto, è rispettabile, e spero che per te lo sia anche la mia.
      Buona vita
      Vittorio

      • Quello che fa pensare è che al commento preciso e puntuale di Giovanna, Perotti risponde solo con un “Come vedi la cultura del rancore opera largamente”. Impallidisco perché questa è una risposta alla Salvini… e al contempo apprendo che non ha smentito nemmeno una parola di quanto detto da Giovanna, il che, ne deduco sia tutto vero. Se è tutto vero, allora Perotti non ha realmente niente a che vedere con il downshifting vero.

        • Sopratutto quello che si nota è che sul sul profilo Facebook non ci sono haters perché li blocca tutti, qui invece, che non c’è censura, spuntano verità scomode e svariate persone che non sopportano la sua saccenza. Fa meditare questa cosa…

          • Renato (o preferisci che ti chiamo Enrico, visto che l’IP è lo stesso?), se Simone blocca gli haters probabilmente perché si è stufato di discutere con troll che si nascondono dietro identità fasulle.

          • Se fossi anche lontanamente competente di informatica, sapresti che gli IP sono dinamici e si “riciclano”, quello che oggi è assegnato a te, dopo 10 secondi può essere assegnato a me, sveglia.

          • Teoria interessante. A quanto pare a Bolzano hanno inventato un DHCP anti-Perotti che ogni 10 secondi assegna lo stesso IP a hater diversi, che in comune hanno il fatto che non mettono l’indirizzo email nei commenti. Molto interessante davvero.

          • E’ comunque un buon segno, significa che Perotti non se lo fila nessuno, come è giusto che sia…

        • Inizialmente anch’io avevo pensato che il commento di Giovanna fosse un punto di vista da rispettare, poi mi sono accorto che non è altro che un copia/incolla di un commento che gira da tempo contro Simone e che è arrivato anche sul mio blog.

          Vedi ad esempio qui:
          https://mumclip.com/tedx-talks/1744603920829641531861.html. In questo caso non è a firma di Giovanna ma di una tale “Chiara Gervasoni.”

          Qui invece è “Sara Manistre”:
          https://kzclip.info/bkYMvnyh5lk-simone-perotti-adesso-basta.html

          Da me ha scelto di chiamarsi “Giovanna”. Se fossero tre persone diverse (e non ci credo) almeno potrebbero scrivere il proprio pensiero invece di scopiazzarlo.

          E comunque se non piace il modello Perotti dov’è la controproposta?
          Un conto è argomentare, confrontarsi, un conto è nascondersi dietro identità false per criticare e diffondere odio e avversione.

          • Certo perché è un commento intelligente e le persone lo riportano spesso, cosa che ho visto accadere anche in passato sotto alcuni video di Perotti. Non sotto i suoi, perché cancella e blocca tutti quelli che dicono verità scomode, seppur con pacatezza.

      • Giuseppe, sono totalmente d’accordo con te. In questi dieci anni ho divorato ogni suo libro ed ogni suo post. Per me è un punto di riferimento.

    • Hai speso moltissime parole per descrivere una persona che non conosci. Mi dispiace per te ma sei fuori strada.

    • Grazie a te Simone. Una cosa che continua a sorprendermi è come questi haters sprechino energie a criticare senza mai proporre niente di alternativo. Qualcosa insomma su cui confrontarsi. Ma non ci sono mai idee, zero, il vuoto pneumatico. Solo rancore. Ma hai ragione tu, lasciamoli fare, ognuno semina ciò che vuole e poi raccoglie di conseguenza, Andiamo avanti. Ciao.

      • Ma quale criticare, Giovanna ha solo mostrato alcune verità che è giusto dire per inquadrare bene il personaggio…

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