Al momento in cui sto scrivendo questo articolo, l’Italia è suddivisa in Regioni Rosse, Arancioni e Gialle.
Alle persone viene chiesto di restare in casa, di uscire solo con auto-dichiarazione e validi motivi medici o lavorativi.
Dopo il lungo isolamento che abbiamo vissuto tra marzo e giugno 2020, causato dal lock-down conseguente alla pandemia di coronavirus, in questo autunno 2020 ancora una volta siamo chiusi in casa, correndo il rischio di cadere nella cosiddetta “Sindrome della Capanna“.
Cosa è la Sindrome della Capanna
La Sindrome della Capanna è uno stato di malessere causato dall’ansia di dover uscire di casa dopo un periodo protratto di isolamento.
Non è un fenomeno nuovo: ad esempio i cacciatori del Nord America trascorrevano lunghi periodi invernali chiusi in rifugi e capanne attendendo la buona stagione di caccia, e come loro i guardiani dei fari, gli astronauti delle stazioni orbitanti e così via.
E’ stato riscontrata, nelle persone che vivono lunghi periodi di isolamento in luoghi chiusi, una presenza abbastanza marcata di atteggiamenti di rifiuto di tornare alla civiltà e di diffidenza verso il prossimo.
Nel caso dell’isolamento causato da eventi pandemici, si aggiunge anche una forma di repulsione al contatto fisico (stringersi la mano, abbracciarsi) che tipicamente permane per molto tempo anche dopo la fine della pandemia.
Quali sono i sintomi della Sindrome della Capanna?
La Sindrome della Capanna si manifesta con un tipico senso di smarrimento, con un aumentato senso di pigrizia, la voglia di voler restare al sicuro nel proprio “rifugio”, uniti ad una buona dose di insofferenza verso le relazioni sociali.
Si provano ansia, malinconia, in certi casi angoscia, con una progressiva perdita del senso di appartenenza alla società.
Ma soprattutto aumenta il tempo dedicato al dormire, al pisolino, alla siesta pomeridiana. Specialmente al mattino non si ha voglia di alzarsi dal letto.
Ci sono persone che, in piena Sindrome della Capanna, restano in pigiama per giorni e giorni. Niente più abiti firmati, make-up, niente più voglia di uscire per parrucchieri, cure estetiche, esercizio fisico.
Non si esce di casa neppure per fare la spesa, anche se questo sarebbe consentito anche in pieno lock-down.
E se non si esce, non è per paura del virus, ma per questo stato di profonda pigrizia, inerzia, demotivazione. Si acquista tutto on-line, consegnato a casa, inclusa la spesa alimentare.
Peggiora notevolmente la dieta, dal momento che il cibo è un tipico rifugio negli stati stressogeni. Il tutto abbinato alla mancanza di attività fisica, con conseguente “abbrutimento” e peggioramento del tono dell’umore.
Come si può superare la Sindrome della Capanna?
Anzitutto bisogna darsi tempo: normalmente non scatta un semplice “clic” per tornare alla normale vita di relazione, ma serve un minimo di percorso per uscire dal profondo stato “letargico” in cui si è caduti. Per cui, niente fretta, altrimenti l’ansia invece di diminuire sale!
Il secondo consiglio è quello di ridurre il tempo dedicato ai “social” e alle “serie TV”, che sono particolarmente nocivi in questa fase, in quanto tendono a diminuire la consapevolezza del presente.
Importante è mettere la sveglia presto al mattino, cominciando la giornata con la propria pratica di meditazione o dinamica mentale (ovviamente per chi è avvezzo a queste pratiche), oppure dedicandosi a piccoli gesti tipo curare le proprie piante sul balcone o in giardini, preparare una bella colazione, o “salutare il sole” con il proprio rituale…
E’ poi fondamentale costruire una propria routine giornaliera, dedicando tempo regolare al lavoro, a buone letture, allo studio, ai propri progetti, alla gestione della casa.
Una routine insomma molto strutturata, scritta in agenda, e che non lasci spazio al “lasciarsi andare sul divano con la serie televisiva”, ma mantenga un ritmo sostenuto.
Infine, e non meno importante, dedicare tempo a esercizi di visualizzazione creativa, di noi in vacanza, in mezzo alla natura, in un contesto sociale, al mare, in montagna.
Si possono fare questi esercizi sia al mattino, al risveglio, oppure la sera, prima di coricarsi, magari insieme ad una bella tisana.
Perché la visualizzazione creativa è così importante?
Una situazione fortemente e nitidamente immaginata crea gli stessi effetti mentali e fisici di una realmente vissuta: questo è uno dei principi fondanti della disciplina di Dinamica Mentale, ed è in questo modo, con la cosiddetta “esperienza sintetica” di uno stato positivo di noi stessi all’aperto, in mezzo alla gente, che costruiamo la base della motivazione di lasciare la propria “Capanna” ed uscire da questo isolamento. per tornare alla propria vita, da vivere in bella copia.
Grazie
Utile riflessione, grazie Vittorio ^_^